Monotasking e Coaching

Il rapporto perfetto

Incominci a camminare all’aperto, con l’idea di rilassarti e farti abbracciare dalle belle sensazioni che la natura ti offre e prosegui con mangiare una mela che ti sei portato, poi ricevi una telefonata a cui devi rispondere e contemporaneamente invii un messaggio a qualcuno.

Di cosa parlo? Del multitasking e col tempo non è più una risorsa ma un limite.

Se anche tu vivi nella società del fare più cose contemporaneamente e hai la convinzione che questo ti renda più efficace e produttivo questo articolo è proprio per te.

Si tratta di un’illusione che se non sei rapido nell’evitare ti porta a perdere una quantità di tempo esagerato. Parti dalla convinzione che mentre ti occupi di parlare con qualcuno sei anche in grado di scrivere una mail e poi finisci con l’aumentare lo stress senza accorgerti e non essere sul pezzo come dovevi.

Non hai parlato perciò con chiarezza al tuo interlocutore e la mail l’hai scritta dimenticando il punto saliente della proposta commerciale che dovevi fare.

monotasking

Qui non parlo di guidare un’automobile mentre gestisci il cambio e i pedali. Qui intendo attività scollegate senza un obiettivo comune. Ci sono studi che confermano i benefici del multitasking e del monotasking e io voglio soffermarmi principalmente su quelli che sottolineano due fattori:

  • fare più cose insieme aumenta il cortisolo, l’ormone dello stress che hai nel tuo corpo
  • passare da un’attività all’altra genera nel cervello tempi di adattamento elevati che sommati tra loro ti fanno perdere ore preziose durante la giornata

Insomma quando sbracci tra mille cose o pensieri il tuo corpo ti avvisa che fa troppa fatica e il cambiare continuamente azioni ti richiede importanti tempi per abituarti al nuovo compito.

Monotasking e multitasking al confronto

Se la situazione è questa allora per quale motivo punti al multitasking? Secondo me perché così facendo:

  • rimani in adrenalina, come se bevessi un caffè ogni mezz’ora, con il pregiudizio che sei più sveglio e attento a ciò che fai
  • eviti di pensare ad altro perché hai preoccupazioni ma non ti senti pronto per affrontarle
  • pensi di non annoiarti rimanendo sempre “acceso e motivato”
  • credi di guadagnare tempo che come hai letto sopra non è affatto vero
  • hai l’idea che essere un professionista significa necessariamente “fare con alto coinvolgimento” 

Una luce in questa confusione te la offrono la meditazione e lo stesso Coaching. Entrambi perseguono un’attività alla volta con l’idea di essere efficaci ed efficienti in questa azione. Quindi avanti con il monotasking.

Monotasking e Coaching: solo un obiettivo alla volta

Lavorando con un Life coach verrai affiancato in un percorso dove punterai a raggiungere un obiettivo alla volta, in un approccio monotasking, magari frutto del conseguimento di altri sotto-obiettivi. Non ti concentrerai sul fare più cose scollegate e in contemporanea per velocizzare il processo.

La mappa degli obiettivi usata in Coaching ti offre proprio la panoramica di come la sequenza delle tue azioni e il successo in ogni passaggio siano propedeutici alla tua evoluzione e all’arrivare alla meta che ti sei posto.

L’immagine scelta in alto per questo articolo è molto evocativa: il laser per bucare la superficie ha bisogno di essere concentrato in una breve porzione di spazio e tempo, proprio come le tue risorse fisiche, emotive e cognitive durante il Coaching.

Il nostro corpo è nella sostanza immerso nel multitasking: il cuore batte, i polmoni respirano, arterie e vene fanno circolare il sangue, il cervello gestisce migliaia di stimoli sotto la soglia della coscienza. Il tutto fatto contemporaneamente.

Solo tu però sei in grado di focalizzarti, concentrarti o alzare l’attenzione su ciò che vuoi gestire in modo consapevole. In Gestalt si direbbe operare una distinzione tra figura e sfondo.

Lì il tuo modo di vederti cambia così come la sensazione di potere personale che sperimenti senza avere intorno quello che poi diventa rumore di fondo.

Disperderti su mille fronti non ti rende produttivo al massimo anche per una ragione che io considero sopra a tutte: quando ti fai trascinare in mille azioni non hai il tempo giusto per assaporare il piacere di ciò che stai facendo.

Trascuri infatti le sensazioni che ti arrivano dai tuoi sensi e che potrebbero darti ulteriori informazioni sulla bontà di ciò che stai portando a termine.

Per dirla come un esperto di Coaching farebbe: non apprezzi il viaggio che spesso è meglio della meta stessa…