La mappa non è il territorio
L’IMPORTANTE PRINCIPIO DI ALFRED KORZYBSKI

Ricordo quando nel 2005 mi sono imbattuto in un articolo molto particolare. Sosteneva che secondo alcuni fisici il 95% della realtà che ci circonda sfugge alla nostra percezione consapevole.
Praticamente non ci accorgiamo di quasi tutto ciò che succede.
Era ancora una volta la prova dei nostri limiti e di come riusciamo nonostante tutto ad muoverci in questo mondo mentre usiamo gli organi di senso imperfetti.
Viene da chiederci come facciamo a fare tutto quello che facciamo e spesso anche bene.
Ci aiuta Alfred Korzybski, ingegnere, filosofo e matematico polacco del 20° secolo che ha introdotto un concetto secondo cui la mappa non è il territorio (ripreso poi dalla programmazione neuro linguistica).
Il territorio è dunque il mondo nella sua realtà mentre la mappa è la sua rappresentazione mentale.
La mappa è in pratica una riduzione di dimensione e profondità della realtà.
Il suo testo sulla Semantica generale intitolato Science and Sanity (1933) espone proprio il pensiero riguardo alla ridotta possibilità degli esseri umani di conoscere davvero il mondo a causa dei limiti dello stesso sistema nervoso.
È come se indossassimo occhiali scuri che ci impediscono di vedere i veri colori di ciò che ci circonda.
Da qui la conseguenza diretta che è solo grazie ai nostri schemi e riferimenti parziali che possiamo muoverci nel mondo e ne possiamo fare esperienza più o meno diretta.
E la qualità della mappa farà la differenza sul tipo di qualità dell’esplorazione che facciamo in vita.
Questi schemi nascono, crescono e si evolvono con il tempo e grazie alle relazioni con le persone e l’ambiente con cui veniamo in contatto durante la nostra esistenza.
Pensa soltanto a chi parla solo il dialetto e non ha mai parlato una lingua nazionale.
La mappa non è il territorio: l’utilità del Coaching

Come interviene il Coaching per migliorare la percezione della realtà e il rapporto tra te e il contesto in cui vivi? Come ottimizzare la relazione tra mappa e territorio?
Proprio grazie alle domande che hanno come obiettivo quello di allargare la tua mappa-rappresentazione del mondo e renderla più vicina alla realtà.
Scopo del coach quindi è quello farti percepire nuove possibilità per aumentare lo spazio di manovra e la zona di comfort di te come cliente-decisore.
Quando il Coach ti chiederà come puoi fare meglio qualcosa ispirandoti a qualcuno, cosa puoi fare di più per avvicinarti alla meta o come definiresti con la massima precisione l’obiettivo a cui vuoi arrivare ti starà stimolando ad allargare la tua mappa di riferimento per farla aderire al meglio alle tue potenzialità e alle opportunità che potresti avere.
Immagina di muoverti in un paesaggio di cui conosci solo le strade e niente altro.
Non punteresti a sapere anche dove puoi fare benzina, dove mangiare e magari riposarti in un hotel confortevole?
Un compito che merita davvero di essere affrontato.
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